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Foxfire - Ragazze Cattive - Recensione

11/09/2013 | Recensioni |
Foxfire - Ragazze Cattive - Recensione

Laurent Cantet ci aveva lasciato dopo la meritatissima Palma d'oro del 2008 per "La classe" e torna ora con "Foxfire - Ragazze cattive" che prosegue idealmente quanto detto nel film precedente portando, ancora un volta, sullo schermo il racconto dell'adolescenza irrequieta e complicata.

La storia è quella di una gang tutta al femminile, le "Foxfire" appunto, nella New York degli anni '50 che decide di ribellarsi ai genitori e agli uomini che le maltrattano, facendosi portavoce di una gioventù ribelle e bruciata che vuole far sentire la sua voce d'indipendenza, diventando vendicatrici coraggiose che sfidano le regole dell'epoca.

"Foxfire" è un film che pur essendo ambientato in un preciso periodo, Cantet riesce a rendere attuale, grazie alla mancata insistenza a riferimenti temporali.

Il regista fa confrontare le protagoniste con situazioni e questioni più grandi della loro stessa età. Andare a vivere da sole poco più che adolescenti le porterà, infatti, a capire cosa vuol dire essere donne, cosa sia l'emancipazione, il razzismo, l'accettazione e il vero significato dell'amore, dell'amicizia e dei soldi.

Da ragazze libere e spensierate, vengono catapultate in un mondo che le costringe a confrontarsi sul futuro, toccando con delicatezza temi sociali importanti che trovano spazio anche nell'epoca contemporanea, parlando ai più giovani anche di violenza senza girarci attorno, ma con discrezione.

Ed è così che le ragazze si trovano ad un punto cruciale della loro esistenza; quello che segna il passaggio dalla pubertà all'età adulta con tutto quello che comporta. Scoperta della sessualità, distruzione dei sogni, paure e sentimenti che vengono espressi da Cantet con tocco poetico e libero da ogni moralismo. Quello che infatti sta a cuore al cineasta è mettere in risalto i nodi cruciali delle vite dei giovani che si scontrano con una società complessa, piena di contraddizioni e falsità valida sia negli anni Cinquanta che ai nostri giorni.

Le giovani attrici sono uno dei punti di forza della pellicola, affrontando con bravura e apparente semplicità  e naturalezza ruoli complessi, ben scritti e dalle molte sfaccettature che prendono la vita come viene, con spavalderia e senza piena consapevolezza delle loro azioni.

Un film di gruppo che non dimentica mai di approfondire il singolo, che prende come locazione temporale il periodo del sogno americano e ne rovescia gli ideali, mostrando una New York dove il futuro non è così roseo come la società vuole far credere. Quella che mette in scena Cantet è vita vera, raccontata con la mano delicata che il cinema può offrire.

"Foxfire" è un film fluido nel racconto, leggero, ma pesante nelle tematiche raccontate però sempre con discrezione senza dimenticare come il cinema possa veicolare messaggi importanti con poesia, onestà e delicatezza.

Sara Prian

 


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